Teorema di Sergio Leone sulle espressioni di Clint Eastwood. Se sembra uguale a questa qui, è perché sia Verdone che Brega hanno studiato meccanica quantistica con il Prof. Leone [frames prese da Per Qualche dollaro in più, cropped ma niente photoshop]
'It's too big to be a space station' (ma troppo piccolo per essere una sfera di Dyson).
Kepler KIC 8462852 (in verde, pannello in basso a sinistra) è grande quanto una stella, ma microsopica (il pixel rosso in basso a destra) rispetto ad una sfera di Dyson il cui raggio è pari all’orbita terrestre. In alto a sinistra alcune note stazioni da battaglia confrontate con la Luna e la Terra.
(reblogged da scientificast: http://www.scientificast.it/2015/10/19/kepler-8462852-non-alieni-e-non-sfere-di-dyson/ )
Il satellite Kepler è impiegato per la ricerca e l’osservazione di pianeti extrasolari. Il suo metodo di rivelazione principale si basa sulla variazione della luce delle stelle. Quando un pianeta passa tra noi e la stella ne oscura, in parte minima ma apprezzabile, la luce. Più grande il pianeta, più la luce della stella diventa fioca.
Inoltre, dalla durata e dalla periodicità di questa micro-eclisse, si può anche risalire – tramite le leggi di Keplero – sia all’orbita del pianeta che alla forma del sistema stellare.
Fino ad ora Kepler ha scoperto parecchie centinaia di pianeti, dai più grandi giganti gassosi come Giove e Saturno ai più piccoli rocciosi come la super terra di qualche tempo fa. Queste informazioni ci hanno permesso di comprendere meglio i meccanismi di formazione ed evoluzione non solo degli altri sistemi solari ma anche del nostro.
Kepler 8462852 e la sua stella binaria osservate dal telescopio di terra Keck II (daqui).
In questi giorni è stato dato grande risalto alla notizia della (vecchia) rilevazione di un’anomalia nelle osservazioni di un particolare sistema, KIC 8462852, una delle stelle nella costellazione del Cigno, a circa 1500 anni luce da noi.
In questo sistema sono statiè stato, infatti, scopertio più “oggetti” che – con periodicità che vanno dai 20 agli 80 giorni – oscurano la luce della propria stella anche del 20%. Si tratta di un abbassamento di luminosità sconcertante se si pensa che un pianeta gassoso, tipo Giove, ne abbasserebbe la luminosità solo dell’1%. Inoltre le variazioni di luminosità sono molteplici e di varia intensità, facendo pensare che gli oggetti siano molti e di diverse dimensioni.
Escluso l’errore strumentale, un preprint analizza le varie possibilità dell’origine di questa anomalia: protonube planetaria o sciami di comete.
L’ipotesi più divertente, ma anche la più improbabile, è che si tratti di un artefatto alieno. Purtroppo questa ipotesi è da escludersi proprio per le immense dimensioni dell’oggetto che, come dicevamo, è almeno 20 volte più grande di Giove.
Tra le ipotesi che sono state avanzate c’è quella della sfera di Dyson, ma anche questa possibilità va purtroppo esclusa, almeno nella formulazione originale. Il geniale scienziato Freeman Dyson, che prese parte sia al progetto Manhattan, sia che al progetto Orione per la realizzazione di astronavi a propulsione nucleare, ipotizzò che civiltà estremamente avanzate potessero catturare tutta la luce della loro stella costruendo una immensa sfera del raggio di centinaia di milioni di chilometri km. La sfera potrebbe ruotare su se stessa generando così, per forza centrifuga, una gravità apparente. Le risorse e la tecnologia necessaria per costruire un tale oggetto sono, per noi, oltre l’impensabile, ma non per questo possono essere escluse a priori.
Purtroppo, paradossalmente, l’oggetto osservato in KIC 8462852 non può essere una Sfera di Dyson “classica” perché è troppo piccola: una sfera completa dovrebbe racchiudere l’intera stella e quindi sarebbe completamente invisibile alla rivelazione di Kepler.
Una sfera incompleta non potrebbe avere quell’orbita, dal momento che la velocità orbitale e quella di rotazione sono molto diverse. Per creare – tramite forza centrifuga – la stessa gravità che abbiamo sulla terra, la velocità di rotazione di una sfera di Dyson (posta idealmente in orbita terreste) dovrebbe essere quaranta volte più alta di quella orbitale [vedi sotto le formule pizzose]
Anche l’ipotesi che si tratti di una sfera di Dyson posta attorno ad una seconda stella è improbabile perché, in questo caso, sarebbe la seconda stella ad essere troppo piccola (a meno che non si tratti di un buco nero!). In questo articolo è riportata una casistica di possibili oggetti astronomici ed anche artificiali.
In ogni caso questa rilevazione è estremamente importante perché mette in evidenza l’esistenza di corpi celesti la cui distribuzione e struttura sono ancora sconosciuti.
Inoltre la possibilità di rivelare civiltà aliene non è ancora del tutto esclusa: molti ricercatori hanno suggerito di puntare i radiotelescopi in quella direzione per cercare segnali alieni. Anche in assenza di questo segnale, uno dei successori potrà cercare la presenza di forme di vita extraterrestre osservando la composizione dell’atmosfera e rivelando la presenza di gas di origine artificiale.
In questi giorni il canale satellitare dell'Università Telematica Uninettuno (812 su sky oppure qui) ha incominciato a trasmettere alle ore 17:00 le lezioni del corso di Fisica per la facoltà di Ingegneria. Le 50 lezioni - registrate in circa 24 mesi presso gli studi dell'università - coprono la fisica classica, meccanica, termodinamica, elettromagnetismo ed ottica.
Dati i vincoli imposti dal mezzo televisivo e l'uso delle slides è stato necessario focalizzarsi sulla descrizione dei fenomeni tralasciando la maggior parte dei calcoli e delle dimostrazioni che di solito sono alla base dei corsi "alla lavagna".
In compenso è stata una buona occasione per effettuare molti esperimenti (la maggior parte dei quali distruttivi) in studio o a casa e poi inserirli nelle lezioni. Cercherò di riproporre alcuni di questi nei prossimi post del blog.