mercoledì 25 marzo 2015

I bachi da seta e l’inizio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone

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Photo by O. Larsson
Lo scorso 19 Marzo 2015, il Prof. Giulio Bertelli, dell'università di Osaka (nonché coautore di questo burogu) ha tenuto  al RIKEN un seminario sul ruolo che i bachi da seta hanno avuto nell'accelerare le relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone all'inizio dell'epoca Meiji.
Come  avvenne anche per le altre nazioni europee,  la causa è da ricercarsi in una epidemia che falcidiò la popolazione dei bachi europei: nella disperata ricerca di uova non malate, gli avventurieri italiani dell'epoca giunsero sino in Giappone.
Nel corso del seminario vengono ripercorse  le relazioni diplomatiche tra l'Italia, il Giappone (al tempo nel pieno della  guerra civile che portò alla restaurazione Meiji) e le altre potenze dell'epoca, sino alla firma dei primi trattati e all'inizio delle relazioni diplomatiche.
Qui i video (in inglese ma con powerpoint anche in giapponese):





Photo by O. Larsson
Photo by O. Larsson

mercoledì 11 marzo 2015

Quattro anni dal terremoto del Tohokoku: articolo su wired

(foto: Marco Casolino)
Sono ormai trascorsi quattro anni dallo tsunami che devastò le coste del Nord-Est del Giappone, uccidendo circa 18mila persone e innescando il più grave incidente nucleare dal tempo diChernobyl. Di recente – grazie ad una collaborazione tra l’istituto giapponese Riken e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) italiano, ho avuto modo di tornare a visitare la regione diFukushima. Anche se lo scopo ufficiale era prendere campioni di suolo ed effettuare misure di radiazione, ben più interessante si è rivelato poter assistere di persona agli sforzi che si stanno facendo per tornare alla normalità.

Nonostante i periodici gridi d’allarme di radiazioni mortali sparse ormai per tutto il Giappone e addirittura il Pacifico, la situazione è da tempo sotto controllo, con un fondo di radiazione più chedimezzata rispetto al 2013 (i valori da noi misurati tra le montagne oscillano tra 0,05 microSv/h e 0,6 microSv/h, rispetto a Roma che ha in media 0,3 microSv/h). Questo è soprattutto dovuto all’attività delle piogge, che spinge il cesio in strati più profondi della terra e lo trasporta attraverso i fiumi sino al mare. Ovunque sono però visibili vari hotspot, tombini ed avvallamenti del terreno dove gli agenti atmosferici hanno concentrato il cesio diffuso nell’atmosfera, con valori talvolta superiori ai 2 microSv/h.
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