L'ammasso di galassie nella costellazione Coma, dove negli anni '30 fu identificata per la prima volta la presenza di materia non visibile ai telescopi. |
Almeno un quarto della massa del nostro universo è composto di materia oscura. Probabilmente si tratta di una particella non prevista nel modello standard ma necessaria per "mettere a posto" vari problemi di meccanica quantistica e cosmologia. Negli anni moltissimi esperimenti hanno cercato la materia oscura sottoterra, nello spazio e su acceleratore, con alterne vicende e senza un risultato definitivo.
Le misure di CDMS II l'asterisco nero mostra massa e probabilità di interazione della particella candidata di materia oscura |
Pochi giorni fa l'esperimento CDMS II ha presentato i suoi risultati, pubblicati in un preprint qui e ripresi dal blog di Nature (qui una rassegna). I ricercatori di CDMS hanno trovato 3 eventi (su un fondo atteso di 0.7). Il segnale è piccolo per parlare di scoperta ma focalizza la massa della particella a 8.8 GeV, - molto di meno di quanto molti si sarebbero aspettati.
La massa è anche vicina a quella misurata dall'esperimento DAMA. Da più di un decennio .- infatti - questo l'esperimento italiano, posto sotto il Gran Sasso, mostra un segnale di modulazione annuale consistente conl'ipotesi che questa elusiva e fondamentale particella urti il rivelatore con frequenza maggiore o minore a seconda della direzione in cui spira il "vento" galattico. A giugno, quando la velocità della terra attorno al sole si somma con quellanel sole attorno al centro galattico, il segnale è massimo, mentre a dicembre - in un periodo di relativa bonaccia - il numero di conteggi è minimo. La sezione d'urto (ossia la probabilità di interazione) è più bassa per CDMS II rispetto a quella per DAMA, ma questa differenza potrebbe essere spiegata in termini di efficienza dei rivelatori o del modello di interazione.
Il segnale annuale dell'esperimento DAMA |
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