Avvertenza: conosco
l’Autrice da molti anni ed ho avuto modo di seguirne la crescita scientifica da
studentessa sino al brillante dottorato in astrofisica all'Università di Tor Vergata.
Questa recensione non potrà essere quindi essere obiettiva (ma del resto quale lo è?). In ogni caso - anche per evitare gli spoiler - mi concentrerò sugli aspetti fisici ed
astrofisici dell'opera.
Con Nashira 3, Il sacrificio, la nuova saga di Licia Troisi si avvia verso la
conclusione. Nashira è un mondo che orbita un sistema binario nella
costellazione di Cetus, la Balena, a circa 420 anni luce dalla terra. Non si
tratta dei tranquilli soli gemelli di Tatooine, ma di una gigante rossa ed una
nana bianca (Mira B), che ruotano l'una intorno all'altra in un equilibrio
fragile e precario. La nana bianca, resto di una stella ormai collassata, più piccola, risucchia continuamente
gas e plasma dalla sua sorella maggiore, una gigante rossa. L'accumulo di
materiale non può però proseguire all'infinito: quando la massa aggiunta alla
nana bianca supera un certo limite, questa esplode. Si tratta di una eruzione
nova, un immane brillamento che distrugge ogni forma di vita sul pianeta che
ospita i regni di Nashira.
Questo evento si verifica periodicamente, e più
volte le civiltà sviluppatesi sul pianeta sono state spazzate via da queste
esplosioni, eco della caduta continua delle civiltà in Nightfall di Asimov.
Se il palcoscenico
è quindi da fantascienza, l'azione è fantasy, se di fantasy si può
parlare quando le conoscenze tecnologiche del mondo in cui si muovono i
personaggi è pre-industriale.
Esperimenti di questo tipo sono
stati effettuati più volte con maestria da autrici come Marion Zimmer Bradley
nel suo ciclo di Darkover, in cui descrive l'evoluzione di una società
terrestre pseudomedioevale a seguito di un naufragio stellare. Anche Anne
McCaffrey, nel suo ciclo di Dragonriders of Pern descrive la continua battaglia
tra gli uomini ed i draghi loro alleati per respingere continui attacchi di spore
micorrizoidi provenienti da un altro
pianeta.
Il sistsema binario di Mira, visto ai raggi X dal telescopio Chandra e in un'immagine artistica (destra) |
Come spesso accade nei
mondi fantastici ma anche in quelli reali, un basso livello tecnologico non
implica uno scarso livello di conoscenze scientifiche: basta pensare ai Maya ed alle loro precisissime misurazioni astronomiche.
Come i popoli antecedenti ai Femtiti e Talariti, i Maya scomparvero nel X
secolo a causa di mutamenti climatici e a causa dei danni portati dall'uomo al
delicato ecosistema dello Yucatan. Anche nella saga di Nashira, le conoscenze
astronomiche sono appannaggio di una casta sacerdotale che le tiene celate alla
popolazione. La società è di tipo feudale, con due razze senzienti l'una (i
Femtiti) schiava dell'altra (I Talariti). Il sovrasfruttamento delle risorse
ambientali accelera il collasso sociale ed ambientale del fragile ecosistema
del pianeta, la cui ecologia è già provata dall'assenza di stagioni (l’asse di
rotazione del pianeta è perfettamente ortogonale all'eclittica) e dalla scarsità d’aria, relegata in
prossimità di alberi giganteschi, i
Talareth. Inoltre le scarse risorse e le vaghe conoscenze scientifiche restano appannaggio di una struttura feudale e ordine monastico che cercano di mantenere lo status quo ben oltre l'inevitabile.
La saga di Nashira rappresenta un ulteriore passo in avanti nella maturità artistica dell'Autrice, sempre più padrona di situazioni e personaggi. In Nashira non ci sono buoni e cattivi, la guerra ha un'escalation che causa vittime inermi, con atrocità da ambo le parti. E' un messaggio importante verso i lettori, soprattutto più giovani, un messaggio particolarmente attuale alla luce dei recenti conflitti, di cui il più recente è quello siriano.
I due protagonisti sono dapprima gli artefici del conflitto, da cui se ne distaccano disgustati dalla violenza efferata di entrambe le fazioni. Non vi è quindi una lotta tra il bene ed il male: la stessa protagonista Talitha compie azioni avventate, sbagliate, di cui si dovrà pentire. L'amicizia tra Saiph e Talitha è forse l'unico punto costante in questa saga multiforme, in cui non è chiaro neanche per chi tifare...
In Nashira il vero nemico è Cetus, la nana
bianca, fatto che affiora gradualmente tra battaglie e scontri sempre più
sanguinosi tra dominatori e sottomessi. In
questo mondo prossimo alla distruzione si muovono i personaggi di Nashira,
Talitha e Seiph, appartenenti a razze diverse amici prima e compagni d’arme
poi.
Nei volumi precedenti
abbiamo seguito con piacere l’evoluzione dei personaggi e la loro crescita di
fronte al destino che li attende. In Nashira III, la disposizione dei pezzi è ormai completa, ed
il crescendo di eventi su scala locale e globale prosegue spedito con colpi di scena in attesa del gran finale.
Si tratta di una saga scorrevole e piacevole a seguirsi, che testimonia la
maturità dell’autrice, a suo agio con trame sempre più complesse.
La presenza di fenomeni fisici descritti con semplicità e chiarezza è poi un punto non trascurabile: rafforza la struttura e lo spessore della storia. Soprattutto svolge il difficile ed importante compito di far apprezzare la scienza e la sua utilità ad un pubblico di lettori prevalentemente giovani.
In una società sempre più avida di tecnologia e sempre più irrazionale e a-scientifica è questo il messaggio più importante di Nashira.
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