Il reportage completo nel numero di Pagina 99 in edicola questo fine settimana.
Nel primo fine settimana di novembre sono tornato - con alcuni colleghi - nella regione di Fukushima. Lo scopo era di raccogliere campioni di terreno e vegetazione, misurare la radiazione ambientale ed assistere a due festival organizzati dalla JA. Questa Unione delle cooperative agricole, cerca di risollevare le sorti dell’economia della regione, pesantemente colpita sia dallo tsunami che dalla contaminazione radioattiva della centrale di Fukushima 1.
Gare di ortaggi e rivelatori di radiazione
Entrambe le
manifestazioni hanno avuto un ottimo successo di pubblico, soprattutto quella –
più grande – di Minamisoma, una delle cittadine maggiormente colpite dallo tsunami.
La gara di prodotti agricoli assegnava dei premi ai migliori ortaggi, qualità
di riso, e frutti, offrendo la possibilità ai partecipanti di acquistarli (a
prezzi stracciati) alla fine della manifestazione. Era poi possibile misurare in situ la radiazione (o meglio assenza
di cesio) con una serie di strumenti. Alcuni di essi erano basati su
scintillatori, altri su Silicon Photomultiplier, ma sono comunque rivolti alla
rivelazione del cesio e separazione dal fondo di potassio 40. Ricordiamo che la
legge stabilisce in 100 Bq/kg di cesio la soglia massima permessa nel cibo
(valori più bassi per il latte). Oltre
alla possibilità di misura diretta, molti prodotti erano comunque certificati
da misure indipendenti della JA. Come già detto, la risposta del pubblico è
stata molto positiva, anche se resta da capire e quantificare quanto questo si
traduce in produzione della regione.
Motori a scoppio, mascotte e forze di difesa
Gli stand erano vari, soprattutto di cibo, ma erano presenti anche quelli dei pompieri, delle forze di autodifesa e delle mascotte della città. Tra tutte spiccava però quella di antichi motori a scoppio, di più di cento anni d'età, ritrovati in edifici abbandonati da cento anni o più e rimessi in funzione da un gruppo di appassionati.
Decontaminazione e fondo ambientale
Dalla città di Fukushima, ad ovest, verso la costa est del Giappone si passa attraverso splendide montagne in cui però la vista di campi incolti e case abbandonate a causa della crisi economica è sin troppo comune. Le valli sono oggetto di un’opera di decontaminazione a tappeto: campi, giardini, ed aree urbane sono state spogliate di uno strato di terreno di circa 5 cm di profondità. In questo strato si è accumulata la maggior parte del cesio caduta nei primi giorni dopo l’esplosione del marzo 2011. SI tratta dunque di grossi sacchi contenenti scorie debolmente radioattive (con il Geiger non si misurava un incremento del fondo di radiazione ambientale). La vista di queste centinaia di migliaia di contenitori, stoccati nelle valli stesse, è impressionante, ma del resto non vi sono alternative realistiche al momento.
Raccolta campioni nello stesso luogo del 2013. Allora il valore al suolo era di 6 microSv/h |
In prossimità del
mare la situazione è ancora migliore, con valori quasi ovunque inferiori a 0.05
microSv/h ma lì è l’effetto dello tsunami è ancora tristemente tangibile, come vedremo nel prossimo post.
Il reportage completo nel numero di Pagina 99 in edicola questo fine settimana.
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