Oggi ricorre il quinto anniversario del terremoto del Tohoku, nel nordest del Giappone e del successivo incidente alla centrale di Fukushima. Riassumiamo qui la situazione attuale rimandando ai vari articoli in cui è stato trattato questo tema nel corso degli anni:
- Anche se sono stati classificati con lo stesso grado di gravità, i danni all’ambiente sono inferiori a quelli dell’incidente di Chernobyl, dove il reattore è invece rimasto scoperto.
- Nessuno è morto a causa delle radiazioni, anche se di recente la TEPCO ha ammesso che migliaia di lavoratori sono stati esposti a più dei 20 mSv/anno previsti dalla legge e centinaia a più di 100mSv. Per fare un paragone, una TAC a tutto il corpo ci espone a 5mSV, in un anno a Roma siamo esposti a 2.8mSv. Fumando 2 pacchetti di sigarette al giorno siamo esposti a 110mSv/anno per via del Polonio 210 contenuto nel tabacco.
- A Tokyo la radioattività è più bassa (0.1microSv/ora) che a Roma (0.32microSv/ora). Per confronto, in aereo siamo esposti a 2microSv/ora e gli astronauti nello spazio a circa 300microSv/ora.
- Il cibo è controllato con una soglia draconiana di 100 Bq/kg, ossia non sono ammessi più di 100 decadimenti al secondo di cesio per kg di materiale. Per confronto le banane hanno 125 Bq/kg di potassio e le noci del brasile 600 Bq/kg.
- Tutte le scorie debolmente radioattive, migliaia di silos d’acqua utilizzata per il raffreddamento dei reattori e centinaia di migliaia di sacchi contenenti la terra superficiale della regione andrebbero dispersi nell’oceano che contiene miliardi e miliardi di volte più materiale radioattivo (potassio 40 e carbonio 14). L’unica spiegazione per cui nessuno vuole prendersi la responsabilità di questa decisione è il timore di risvegliare Godzilla.
- La centrale è in sicurezza. Tre nuovi gusci in cemento armato proteggono quel che resta degli edifici dei reattori (nei quali è ancora impossibile entrare per i livelli mortali di radiazioni) e le barre contenute nella piscina del reattore 4 sono state rimosse. Ai circa 20000 morti dovuti allo tsunami se ne aggiungono – secondo un rapporto del governo – circa 1500 a causa dell’incidente alla centrale nucleare. Parte di essi sono persone anziane o malate, frettolosamente evacuate nei primi giorni dell’incidente, ma molti sono dovuti ai suicidi di chi ha perso la propria casa e la propria fonte di lavoro, soprattutto agricoltori e allevatori.
- Prima dell’incidente il Giappone dipendeva dal nucleare per circa il 30% del suo fabbisogno energetico. Con lo spegnimento di tutti i reattori questo fabbisogno è stato coperto da ulteriori importazioni di combustibili fossili, raddoppiando circa – complice uno yen debole – il debito pubblico del paese.
- La TEPCO, per far fronte ai costi della messa in sicurezza della centrale e dei rimborsi che centellina a chi è stato sfollato o ha perso il lavoro, ha aumentato il costo della corrente del 7% nei primi anni.
(post condiviso su www.burogu00.it e scientificast.it)
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