Fukushima, l’isola (島 – shima) della fortuna (福 – fuku), una parola ormai così abusata e sfruttata – soprattutto fuori del Giappone – da aver cancellato i suoi significati originali. I nomi di Fukushima celano storie più complesse ed sfaccettate di quanto la forzata proiezione sul solo aspetto nucleare vorrebbe far intendere.
Fukushima è una prefettura a circa 300 km a Nord-Est di Tokyo; due milioni di abitanti in un’area grande poco meno del Lazio, ricca di montagne e splendide quanto micidiali coste.
Fukushima è la città capoluogo di questa regione, con 300,000 abitanti. A seguito del terremoto del 2011 la città rimase senz’acqua a seguito dei danni alle condutture provenienti dalla diga di Surikamigawa.
Ben più gravi sono stati gli effetti dello tsunami sulle coste di Fukushima: Più di 18000 morti, decine di migliaia di sfollati, 50000 edifici distrutti ed il triplo danneggiati da terremoto e tsunami; danni per decine di miliardi di euro. Se in molti luoghi la ricostruzione è completa, nelle zone più colpite non è rimasto quasi più nessuno per ricostruire ed i pochi superstiti sono stati ‘rilocati’ altrove.
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