Ma dove mi hai portato?”, chiese la ragazza con una smorfia disgustata.
“Dai che ti divertirai. Piuttosto aiutami a scendere le scale che senza occhiali non ci vedo”, rispose Anna, la sua amica.
Si trovavano in una associazione culturale che - tra palco per i concerti, pista da ballo e bar - di culturale aveva ben poco. “È una festa carinissima, c’è un sacco di gente simpatica”.
“Ma come fai a dirlo se non ci vedi? E poi io mi annoio con queste cose”, protestò Lei.
“Anche molti ragazzi”, continuò Anna, “ne ho bisogno dopo che quel disgraziato di Antonio mi ha lasciato.”
“Ma non l’avevi lasciato tu?”
“E Certo! Ho scoperto che mi tradiva con almeno due mie amiche contemporaneamente”, rispose Anna con un filo di voce.
Nel frattempo le due ragazze erano scese nell’ampio ma affollato semiinterrato e si erano avvicinate al bancone per ordinare da bere. “Tu piuttosto? Ragazzi niente? Non c’era quel tipo che ti andava appresso? Che fine ha fatto?”, la bersagliò Anna per cambiare discorso.
Lei si scrollò le spalle e rispose con un sorriso ambiguo: “Pare che si riprenderà”.
“Pensiamo positivo, pensiamo positivo, pensiamo positivo”, ripeté più volte Anna. Poi si rivolse al barista per chiedere uno Spritz.
“Per me una birra chiara”, disse Lei.
Si guardarono intorno. La musica era piacevole e non troppo alta. Il locale era frequentato per lo più da studenti e gente dell’università. Ben presto intorno alle due ragazze si radunò un gruppetto di amici e conoscenti.
Dopo qualche minuto si avvicinò una figura femminile. Anna ne intuì solo la chioma bionda e la riconobbe appena parlò con voce squillante: “Ma guarda chi c’è! Anna! Quanto tempo che non ci vediamo, come stai?”. Era una ragazza slanciata, con minigonna da urlo e camicetta scollata che ne esaltavano le forme. I ragazzi le lasciarono subito spazio ammirandola più o meno di sottecchi.
“Ciao Federica”, rispose Anna, “come stai?”
“Bene, benissimo”, rispose lei facendo il gesto simbolico di baciarla sulle guance ma sfiorandola appena, per timore di rovinarsi il trucco perfetto.
Fatte le dovute presentazioni Federica passò a monopolizzare l'attenzione (dei maschi soprattutto) e la conversazione (la sua soprattutto).
“…E quindi mi sto specializzando in medicina, ma è molto duro". Rivolta alla ragazza disse: "Tu invece fai l’astrologa? Che bello! Io sono Ariete-Ascendente-Scorpione.. Mi puoi fare l’oroscopo?”
“No, guarda non hai capito”, rispose lei a labbra strette, “io faccio l’astroNoMa, o meglio l’astrofisica, non l’astrologa. Che poi non è neanche una professione ma una presa in giro”.
“L’astronoma o l’astrologa?”, chiese ridacchiando uno dei ragazzi.
“Peccato, eri pure carino, ma adesso hai la stessa attrattiva di un sanpietrino bagnato per un motorino”, pensò Lei.
Federica proseguì indomita “Daiiii se studi le stelle che ti costa?”
“Non hai capito”, rispose lei. “Data la loro immensa distanza è impossibile che la posizione di stelle e pianeti abbiano una qualunque influenza su di noi. Conta di più se quando sei nata il tuo ostetrico aveva mangiato pesante o no”.
“Secondo me tu sei Sagittario, vero? Per questo fai la difficile. Dai non farti pregare, dimmi almeno l’amore, sapete sto per sposarmi!”
Microscopica ma percettibile imprecazione da parte dei maschi astanti.
“Abbiamo cominciato il corso prematrimoniale in parrocchia”, proseguì Federica.
“Ecco allora se vai pure in chiesa dovresti lasciar perdere gli oroscopi”, rispose lei caustica.
“Complimenti!”, rispose Anna con un sorriso di convenienza, “chi è il fortunato?”
“Perché?”, chiese Federica alla ragazza ignorando la domanda dell’amica.
“Guarda, io sono quanto di più agnostico esista al mondo, ma anche la chiesa odia gli oroscopi, perché l’ipotesi che le stelle possano guidare il nostro destino va contro il libero arbitrio che - secondo loro - Dio ha dato agli esseri umani. Non ne avete parlato con il parroco?”, concluse accompagnando il sorriso sornione con un lungo sorso di birra.
“Vabbè se non vuoi farmi l’oroscopo non fa niente, non c’è bisogno di essere così acida”, disse Federica. Istantaneamente si girò verso Anna e le disse: “Mi sposo con Antonio. Lo conosci? È quello laggiù!”, disse indicando la pista da ballo.
“Antonio?” bisbigliò Anna, inforcò gli occhiali da vista, “Ti sposi con Antonio?” si alzò di scatto coprendosi il volto con un fazzoletto, “congratulazioni!”, riuscì a bisbigliare mentre si avviava verso il bagno.
“Ma che è successo?”, chiese il sanpietrino bagnato.
“Niente è l’allergia”, rispose la ragazza mentre si alzava per seguire l’amica.
Parecchio tempo e crisi di pianto dopo, le due amiche uscirono dal bagno.
“Vuoi che torniamo a casa?”, chiese lei, già pregustando il ritorno anticipato.
“No”, singhiozzò. “Pensa positivo. Pensa positivo. Pensa positivo”. Anna tirò su col naso e tornò verso il gruppo di amici.
“E va bene”, rispose lei alzando gli occhi al cielo, “Pensiamo positivo”.
Federica nel frattempo stava descrivendo i preparativi per le nozze, “E abbiamo prenotato una villa fichissima sull’Appia antica. E’ impossibile trovare posto, ma grazie a un amico del padre di Antonio….
“Eccovi qui”, disse un’altra ragazza. “Tutto bene?”
“Nessun problema” disse lei, osservando preoccupata Anna che stava stritolando la sua borsetta tra le mani.
“Antonio, vieni qui!", lo chiamò Federica.
Anna impallidì sempre di più mentre il suo ex si avvicinava e sedeva al tavolo.
Molti si conoscevano già, ma Federica fece tutte le presentazioni di rito
“…questa è Anna”
“…questa è Anna”
“Ci conosciamo”, disse gelido Antonio senza neanche guardare la sua ex.
“Mentre lei è… non mi ricordo il nome, ma fa l’astrologa”
“Astronoma”.
Antonio le diede la mano e la scrutò con uno sguardo che voleva essere profondo, ma che lei trovò ridicolo. “Incantato”, disse, “io sono Pesci”.
“Non faccio oroscopi! Studio le stelle, non le superstizioni e follie che risalgono ai babilonesi. Oltretutto per la precessione degli equinozi, ossia il lento movimento dell'asse di rotazione terrestre rispetto alle stelle, le costellazioni non coincidono più con le date e quindi...”, si interruppe vedendo che nessuno la ascoltava.
“Fa la difficile”, commentò Federica. Poi rivolta ad Antonio: “Scusa amore potresti prendermi da bere per favore?”
“Ma certo mio zuccherino”, rispose lui alzandosi.
“Io nel frattempo vado a farmi bella per te”.
“Ma sei bellissima già così”. Bacio appassionato e poi i due si separarono.
La ragazza vide che la sua amica era sul punto di scoppiare in una crisi di pianto, ma si alzò a sua volta dicendo: “Anna, temo di aver lasciato il cellulare nel bagno, vado un attimo a controllare”.
Nella toilette Federica si stava aggiustando il trucco peraltro perfetto e non fece caso alla ragazza che le si avvicinò di soppiatto.
Frugò nella borsa sino a che non trovò un vecchio lucidalabbra. Iniziò a passarselo sulla bocca e poi bisbigliò: “C’è un segno segreto”.
“Come, scusa?”, chiese Federica posando la cipria.
“C’è un tredicesimo segno segreto nello zodiaco. Solo alcuni ne sono a conoscenza”.
“Ma che dici, i segni sono dodici”.
“Tredici, guarda tu stessa”. Prese il cellulare e selezionò un planetario virtuale. Lo schermo si illuminò mostrando stelle e costellazioni.
“I segni zodiacali sono quelli delle costellazioni che giacciono sull’eclittica”.
“Che?”
“La terra ruota attorno al sole, no? Ma dal nostro pianeta sembra che sia il sole a muoversi rispetto alle stelle fisse. E ogni mese circa si trova in una diversa costellazione. L’eclittica è questa riga qui. Vedi: Ariete dal 21 marzo al 20 aprile, Toro, 21 aprile 20 maggio ecc, mi segui?”
“Sì più o meno”, rispose Federica confusa.
“Anche se le costellazioni non corrispondono più con le date di nascita c'è un fatto più importante: dal 30 novembre il sole lascia il sagittario ed entra nella costellazione di Ofiuco, il segno segreto e ci resta sino al 17 dicembre”.
Federica guardò lo schermo e sgranò gli occhi. “È vero! Ma perché nessuno ne parla?”
Federica guardò lo schermo e sgranò gli occhi. “È vero! Ma perché nessuno ne parla?”
“Lo tengono nascosto, non vogliono che gli oroscopi siano troppo precisi”, le rispose con uno sguardo complice.
“Allora tu fai gli oroscopi”
“Certamente”, disse lei sorridendo, “ma non lo posso dire a tutti per via della mia professione”, aggiunse con complicità.
“Ma non fai l’astrologa?”
Lei si morse le labbra e poi rispose: “Sì, ma di nascosto. Infatti tengo conto non solo del tredicesimo segno, ma soprattutto”, si guardò intorno con fare circospetto, quasi a non volersi far sentire da altre due ragazze che stavano chiacchierando tra loro mentre si aggiustavano il trucco, “delle Correzioni Relativistiche ai Calcoli Zodiacali”.
“Cosa?”
“Si’, è necessario un programma particolare che tenga conto della teoria di Einstein per poter tener conto dell’influenza microscopica che le stelle hanno su di noi e quindi fare previsioni accuratissime”.
“E tu hai questo programma?”
Sospiro. Pausa ad effetto, “Sì”.
“Ma che davvero?”
“Eccolo qui”, disse mostrandole un’altra applicazione che in realtà calcolava le effemeridi. “Ci ho messo anni per metterlo a punto. Tiene anche conto delle correzioni quantistiche alla relatività generale”.
“E con questo mi puoi fare l’oroscopo?”
“Sì ma non dovrai mai dirlo a nessuno altrimenti l’influenza stellare ti si ritorcerà contro con tutte le energie negative del cosmo”.
“Certamente”.
“Giuralo sui Tredici Segni segreti del firmamento.”
“Sui Tredici Segni”, annuì Federica.
“Che vuoi sapere?”
Sorriso a denti smaglianti, “L’amore.”
“Certamente”, rispose Lei assottigliando gli occhi. “Dammi le vostre date di nascita”.
“Ventidue marzo 1990 io e ventotto febbraio 1987 Antonio”.
“Febbraio 1987?” ripeté lei, sorridendo dentro di sé. “Troppo facile”, pensò. “Forse è vero che c’è una Giustizia Astrale”.
“Sì perché?”
Il viso della ragazza si fece mesto. Scosse la testa. Inserì le date che le aveva dato Federica e le mostrò lo schermo dello smartphone: “Questo era l’aspetto della volta celeste al momento della tua nascita, mentre questo era quello al momento della nascita del tuo fidanzato”.
“E allora?”
“Guarda qui” ingrandì una regione dello schermo corrispondente a una delle nubi di Magellano.
Nel febbraio 1987 esplose una supernova in una galassia a noi vicina. “Morte e distruzione. Le onde gravitazionali che giunsero sino sulla terra furono di una potenza mostruosa. Accompagnate anche da un incredibile flusso di neutrini, oltretutto. Se poi ci aggiungi che il nome della galassia è la nube di Magellano, il navigatore che era sempre lontano da casa. Morì circumnavigando il globo ed era…. un incurabile donnaiolo”.
“Non è possibile, Antonio, il mio zuccherino, non ci posso credere”.
“Guarda qui. Richiamò un video che simulava il collasso gravitazionale della stella e la seguente onda d’urto nello spazio interstellare. La stella esplode dopo aver fagocitato il suo combustibile – ossia il vostro amore e le vostre finanze - e poi spazza via tutto quello che trova intorno a sé, famiglia, figli, amici”.
“Ma allora tutti quelli nati nel febbraio 1987?”
La ragazza scosse la testa. “Stai lontana da loro. Anche marzo 1987, se vuoi stare sicura. Ma aspetta! C’è dell’altro. La differenza di giorni tra la tua nascita e la sua è 1118 . Se moltiplichi questo numero per la differenza di ascensione retta tra le vostre due costellazioni e dividi per le correzioni relativistiche”, disse premendo velocemente tasti a caso sulla calcolatrice, “ottieni questo valore”.
“E che vuol dire?”, la voce di Federica era tremante.
“Questo indica gli anni che starete insieme: tre, questo il numero di donne con cui ti tradirà nel frattempo: nove, e questo indica le donne con cui ti ha già tradito: due”
“Non ci posso credere”, rispose le scuotendo il capo.
“Questo destino è stato scritto per voi. E le stelle non si sbagliano mai”, sentenziò solenne la ragazza.
Qualche minuto dopo uscì dalla toilette, lasciando Federica disperata all’interno. Fuori il rumore del pianto della ragazza era coperto dalla musica. Incontrò Antonio poco fuori della porta.
“E Federica?”, le chiese.
“Dovrebbe esser ancora dentro, non ci ho fatto caso”, rispose lei vaga.
Raggiunse Anna, che nel frattempo si era accovacciata sui gradini che conducevano all’uscita, con la testa tra le gambe.
“Su non ti preoccupare”, la consolò lei, accarezzandole la nuca.
“Voglio andare a casa” mugugnò Anna.
“Aspettiamo un attimo”. Indicò verso la porta del bagno dove Federica - appena uscita - aveva cominciato ad urlare contro Antonio. “Mettiti gli occhiali, lo spettacolo sta cominciando”.
Nessun commento:
Posta un commento