martedì 18 dicembre 2012

In attesa dell'Apocalisse (8): Maya e Millennium Bug

Pagina del Codice di Dresda
 (da wikipedia)

Nel post precedente abbiamo visto come la terza era della cosmogonia Maya avesse avuto una durata infinitamente superiore a quella del 13 baktun (o circa 5000 anni) che si trova riportata in giro: la stele di Coba riporta una data immensamente più grande degli anni trascorsi dall'inizio del Big Bang.  
Un troncamento simile è stato adottato dai computer nel ventesimo secolo: per risparmiare memoria al tempo preziosa, la datazione dell'anno veniva abbreviata limitandone il campo alle ultime due cifre significative (01/01/70 invece di 01/01/1970; 31/12/99 invece di 31/12/1999). Il che ha fatto la fortuna di altri profeti di sventura che ipotizzavano allora l’apocalisse informatica, a causa del millennium bug, versione aggiornata del “mille e non più mille” profetizzato erroneamente anche nel medioevo. Così come il primo gennaio 2000 non ha segnato la fine del mondo, nella società maya il 21 dicembre 2012 marca semplicemente la conclusione del ciclo relativo al 12° baktun  e l’occasione di grandi festeggiamenti.
La "fine del mondo" del 2000 era collegata soprattutto a caratteristiche tipiche sistemi Microsoft; analoghi problemi su sistemi unix attribuiscono la fine del mondo informatico all'anno 2038. 
Del resto l’uso della notazione del calendario estesa e quella accorciata a cinque cifre ricorda quello degli indirizzi su internet. Al momento ciascun computer è accessibile tramite un indirizzo a 32 bit raggruppati in 4 blocchi che vanno da 0 a 255, ad esempio: 192.0.43.10. Una tabella mette poi in corrispondenza il numero con un nome: 192.0.43.10 corrisponde a www.example.com.
 Potendo indirizzare un massimo di 4 miliardi di computer, questa rete è ormai satura e richiede da tempo la transizione ad un indirizzamento con un numero maggiora di blocchi (a 128 bit, da IPv4 a IPv6).
L’uso della notazione calendariale estesa, con il numero 13 ripetuto per 20 volte, si trova utilizzata sia in parecchie altre iscrizioni che nel codice di Dresda, in cui sono anche narrati eventi mitologici avvenuti 34000 anni prima dell’ultima creazione.
      Il contesto delle iscrizioni e dei testi induce quindi a ritenere che il corretto punto di riferimento usato nel lungo computo fosse simbolico, e formalmente situato svariati miliardi di anni prima del 3114 a.C. Inoltre il numero 13 corrisponde infatti ad un may, un periodo che riveste una particolare importanza mistico-religiosa nella simbologia Maya. In questo caso esso aveva probabilmente un significato speciale: un analogo Maya del nostro concetto di infinito.

(8) continua
I post sono basati sul libro Mai più Maya, scaricabile gratuitalmente a questo indirizzo

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