Disegno di Shun Iwasawa |
Una stele a Quirigá porta dei computi impeccabili
che si spingono indietro di oltre novanta milioni di anni. In un’altra, sempre
a Quirigá, il computo si spinge a 400 milioni di anni. Si tratta di conteggi
relativi alle posizioni astronomiche di giorno in giorno e di mese in mese, e
come sistema si avvicinano ai nostri calendari perpetui
J. E. Thompson, La
civiltà Maya, 1970
La parte saliente della cosiddetta fine del mondo secondo
i Maya dipende dalla fine del computo del tempo secondo il più complesso dei
loro calendari. Ma se in un sistema di calcolo c'è una fine ragionevole, anche
l'inizio deve esistere ed essere altrettanto ragionevole. Nello specifico, l'inizio
c'è: è il 3114 a.C., almeno ad un’analisi superficiale.
L’inizio del calendario di lungo computo avrebbe dunque la
data 0.0.0.0.0 maya e corrisponderebbe al 3114 a.C.. Questo valore rappresenta però una
data fittizia, una pre-datazione convenzionale riferentesi a quando i Maya
vivevano ancora nella preistoria. Tutte le vicende di questo popolo hanno
infatti luogo nei baktun 8, 9 e 10, dunque tra 3.200 e 4.000 anni dall’inizio
del calendario. Sono questi i valori che si ritrovano nei codici e nelle stele
superstiti: infatti la data più vecchia di lungo computo, rinvenuta su un
monumento nell’area Maya, risale al 197 d.C.; al di fuori della zona di
influenza specifica Maya si arriva al 36 a.C. La data dell’11 agosto 3114 a.C.
risulta dunque retrodatata in corrispondenza ad un qualche evento della
mitologia o delle leggende Maya.
La ragionevolezza della scansione temporale dei Maya sta
nella sua ciclicità. Anche nel calcolo più lungo, dopo il numero più grande
torna l'anno zero e via così.
Il concetto ciclico che i Maya avevano del tempo, da
alcuni anni, viene però forzato per ricavarne interpretazioni apocalittiche
applicabili ai giorni nostri. La tesi è che – secondo i Maya – la fine del
mondo sarebbe giunta dopo un numero di giorni pari a quello della durata della
scorsa era, la terza. Questa durata è riportata su più stele: il suo ultimo
giorno porta la data convenzionale di 13.0.0.0.0, 4° Ajaw 3 Kankin,
corrispondente al già citato 12 agosto 3114 a.C.. Nel giorno successivo ebbe
inizio la quarta (ed attuale) era, con data 0.0.0.0.0.
Ora, secondo i profeti nostrani, quando anche questa era
fosse giunta alla data 13.0.0.0.0, il mondo avrebbe avuto termine per un
qualche non specificato cataclisma. Ma, al di là della consistenza della
profezia e dell'esattezza delle ricostruzioni, l'attribuzione della fine del
mondo al 13.0.0.0.0 è corretta?
In realtà l'idea che le date dei calendari maya avessero appena cinque componenti è errata e
riduttiva del loro pensiero. Il lungo computo non si fermava
infatti con cinque cifre, con i baktun, ma andava molto oltre: quanto oltre sarà oggetto del prossimo post.
(6) continua
(7) Più vecchio dell'Universo: la stele di Coba
(6) Il tredicesimo Baktun dei Maya ed il loro inizio senza fine
(6) Il tredicesimo Baktun dei Maya ed il loro inizio senza fine
(4) Terence McKenna e la non-profezia
(3) L'astronomia
(2) L'ebook
(1) La matematica
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